MAMME EQUILIBRISTE

Tratto da una storia vera.

Lunedì mattina ore 7 – svegliare il piccolo (anni 10)

Supervisionare la sequenza: colazione, lava denti e faccia, poi giacca, mascherina e cartella

E via, in macchina verso la scuola.

Tornare

Ore 8 - svegliare il secondo (anni 15)

Supervisionare di nuovo la sequenza, ma da lontano che con gli adolescenti la distanza di sicurezza è d’obbligo!

Portarlo al liceo, perché il lunedì entra alle 8,50 e a quell’ora non c’è il pullman.

Tornare

Ore 9,30 - svegliare il terzo (anni 17 quasi)

Ri-Supervisionare la sequenza ma ancora più da lontano…!!!

Portarlo al liceo perché il lunedì entra alle 10,50 e nemmeno a quell’ora c’è il pullman.

Tornare.

Sono solo le 11,15 e intanto hai prelevato al bancomat, rinnovato l’abbonamento dei due grandi al pullman scolastico, spedito il marito dal gommista perché sabato avevi bucato dopo aver aiutato tua nipote a traslocare dall’alloggio universitario alla casa nuova.


E queste sono le prime 4 ore del primo giorno di questa settimana.

Quello che succederà (di prevedibile…) è che alle 13 andrai a prendere il piccolo che pranzerà e poi alle 14,30 arriverà il secondo e alle 15,30 il terzo… Che quando il terzo ha finito di pranzare, il primo chiede la merenda.

Quello che succede nel pomeriggio, non lo racconto nemmeno, ma tanto lo immaginate… (compiti con il piccolo, lezione di chitarra del grande, allenamento di calcio)


Chi legge ed è mamma sa che non ho inventato una sola parola di quello che ho scritto, perché questo è quello che succede a tutte noi, con svariate sfumature diverse (il numero dei figli, il genere, i loro interessi, la logistica) ognuna dentro la propria personalissima storia e tutte tremendamente indaffarate.


Lo sanno tutti ormai che la vita di noi mamme è complessa: abbiamo tanto di cui occuparci e lo facciamo in punta di piedi dentro relazioni familiari delicatissime muovendoci come se fossimo acrobate equilibriste.


Siamo brave, anzi bravissime a fare tutto quello che facciamo senza perdere nemmeno un appuntamento dal dentista o senza dimenticare nemmeno un figlio in piscina, ma a che costo?


Spesso il costo che paghiamo è quello di metterci in fondo alla lista delle cose da fare, ultime tra i bisogni degli altri da soddisfare.

E non importa tanto quanto i bisogni degli altri siano o meno fondamentali perché vengono prima dei nostri a prescindere.

Il libro che vorremmo leggere o l’appuntamento dal parrucchiere per sistemare il taglio dei capelli vengono sempre dopo la festa di compleanno del compagno di classe dell’amico di tuo figlio.


Ma cosa succede quando a finire in fondo alla To Do List non è solo il desiderio di leggere un libro, ma è più profondo, più importante, essenziale?

Succede che ci sentiamo svuotate, stanche, nervose, insoddisfatte, date per scontato, non viste.


Cosa possiamo fare allora?

Vi propongo qualche idea e un esercizio.

Idea n.1: impariamo ad isolare del tempo per noi cominciando con 15 minuti al giorno, per arrivare ad un tempo più ampio

Idea n.2: deleghiamo alcune incombenze ad altri che forse avrebbero la capacità di fare se noi ogni tanto li mettessimo alla prova (scoprire che i miei figli sanno cucinare è stato meraviglioso!!)

Idea n.3: alziamo l’asticella e iniziamo a responsabilizzare i componenti della famiglia attribuendo qualcosa di più che non solo compiti da eseguire (vostro marito potrebbe occuparsi in toto della vita sportiva di vostro figlio: iscrizione, allenamenti, chat della squadra, partite, trasferte, ecc. ecc.)


Una volta fatto tutto questo, potremo dedicarci ad uno dei miei esercizi preferiti:

Oggi mi faccio un regalo!

Cioè scelgo qualcosa che piace a me e… lo faccio!

Una visita ad una città d’arte o una sessione di allenamento in palestra, un aperitivo con le amiche o una meditazione in solitaria.

Regole del gioco:

1. Non deve essere un’attività utile

2. Non deve essere funzionale al soddisfacimento del bisogno di qualcun altro

3. Gli altri se ne devono accorgere (vietato farlo di nascosto!)


E se tutto questo vi è piaciuto, potete provare anche il “livello PRO” che è quello di intraprendere un percorso di Counseling per dedicarvi del tempo di qualità, per guardarvi dentro, per affrontare e superare cosa vi preoccupa e per estrarre dal cassetto non solo le calze, ma anche quel sogno che è rimasto lì dentro troppo a lungo.