Qual è quella cosa che ti piaceva tanto e che, da quando sei mamma, non hai fatto più?

La mia riflessione parte da questa domanda postata qualche settimana fa sui social e dalle moltissime risposte che ho ricevuto.

Da qui, la prima considerazione: siamo in tante ad aver smesso di fare qualcosa che ci piaceva fare prima di diventare mamme, la nostra vita è profondamente cambiata e noi forse siamo scivolate giù dal primo posto che occupavamo nel podio delle persone per noi importanti, o per lo meno abbiamo iniziato a condividerlo con qualcun altro, forse con nostro figlio o nostra figlia.

E questa è solo la prima considerazione …. aspettate di leggere le altre!

Qualcuna ha smesso di ballare, qualcun’altra ha smesso di sedurre, un’altra ancora (giuro non farò nomi!!) ha smesso di baciare altri uomini se non il padre delle sue figlie e poi c’è chi ha smesso di viaggiare in moto, chi di andare ai concerti e chi di mettersi i tacchi, ma la risposta che ha messo d’accordo più mamme è: dormire!!!

Da quando sono diventata mamma, non sono più riuscita a dormire abbastanza.

Questa frase ne riassume tante, ma dal momento che non conosco la storia delle donne che hanno riposto a quel mio post, posso solo provare ad immaginare cosa si nasconda dietro al loro bisogno di dormire di più.

Ho smesso di dormire può significare che ho un figlio adolescente che esce tutti i fine settimana e io non dormo tranquilla se lo so fuori casa, ma può anche voler dire che avere figli ti toglie il sonno per le mille preoccupazioni, oppure che arrivi a sera talmente stanca e hai così tanto da fare che hai l’impressione di non dormire mai abbastanza e senti di essere sempre in deficit di riposo.

Oppure ancora può voler dire che hai un bambino piccolo e così come il suo sonno è interrotto, lo è anche il tuo.

Sebbene non abbia più bambini piccoli, mi sono rivista tantissimo in questa interpretazione che mi riporta a quando sono diventata mamma per la prima volta, più esattamente ho un’immagine precisa stampata in mente: il mio bimbo aveva 1 mese (= io non dormivo ormai da un mese) mi aveva raggiunto a casa un’amica per conoscerlo e io e lei parlavamo in piedi, una di fronte all’altra, cullando ciascuna il proprio bimbo (la sua di 6 mesi) e lei, con l’intento di incoraggiarmi, mi diceva:”vedrai che verso i tre mesi, cambia tutto e inizia a dormire tutta la notte”.

Ricordo che le risposi (lo ricordo come fosse ora, anche se sono passati 17 anni): ”ma io ho sonno ORA!

Sì, mio figlio dormiva a brevi intervalli e io ero sfinita … mi occupavo di lui, della casa, della cucina (terreno piuttosto accidentato per me) e tentavo di stare al passo con le email del lavoro.

Perché? Perché, accidenti, non mi facevo aiutare?

Mio marito, i miei genitori e i miei suoceri erano molto disponibili, io ero sfinita, eppure volevo fare da sola.

Perché non chiedevo il loro aiuto? Perché non lo accettavo?

Io mi sono data questa risposta: chiedere aiuto significava, per me, ammettere di non farcela da sola.

Io, laureata, con una buona posizione professionale, che avevo fatto tutto da sola, crollavo proprio ora davanti ad un bebè? Crollavo facendo la cosa più naturale del mondo come è per una donna occuparsi del suo bimbo?

Chiariamolo: non è necessariamente la cosa più naturale del mondo per una donna ed è comunque faticosissimo!

Quindi sì: si può crollare davanti a questo e, quando capita, è bene avere qualcuno vicino che si prenda cura di noi.

E quindi oggi, scrivendo questo pezzo per il mio blog, penso alle mamme stanche, che hanno bisogno di dormire una notte intera, che hanno bisogno di fare un pisolino ogni tanto, che hanno bisogno di alleggerire il carico delle preoccupazioni, che hanno dannatamente bisogno di uscire dalla trappola del “se chiedo aiuto a qualcuno significa che non sono una brava mamma”.

Imparare a chiedere aiuto per ritagliarsi del tempo per sé, per riposare, per uscire a ballare, per fare un giro in moto è segno di forza e non di debolezza!

Significa imparare che abbiamo dei limiti e che i limiti sono fatti (anche) per proteggerci e forse proprio per proteggerci da noi stesse.

E ricorda sempre che se senti di aver bisogno di un aiuto strutturato, che non sia solo per qualche ora di sonno in più, ma che serva a toglierti dall’affanno di una quotidianità faticosa che va via via svuotandoti, possiamo incontrarci per un primo colloquio conoscitivo e capire cosa il counseling può fare per alleggerire il carico che stai portando in questa fase della tua vita di mamma.

Il percorso di counseling per le mamme si compone di 10 colloqui individuali online e il primo è sempre gratuito.

Scrivimi qui: info@agatacounseling.it e ti ricontatterò per fissare un primo incontro conoscitivo gratuito e scoprire insieme come il counseling può esserti di aiuto.